Montescaglioso è uno dei tesori della Basilicata e dal 2012 ha conquistato la denominazione di “Gioiello d’Italia”.

Montescaglioso ricade nell’area archeologica storica e naturale del Parco delle Chiese rupestri del Materano, dal 1993 Patrimonio dell’Umanità insieme ai Sassi di Matera.

L’importanza di questo comune della provincia materana ruota attorno all’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo (1079), il più considerevole dei quattro complessi monastici che hanno fatto guadagnare a Montescaglioso anche la definizione di “Città dei Monasteri”.

La vicinanza al mare e a Matera, Capitale Europea della Cultura per il 2019, lo rendono punto strategico in estate e in inverno, per coniugare a momenti di relax interessanti visite culturali anche fuori dal paese, alla scoperta del territorio lucano e delle sue versatili sfumature.

Di straordinario interesse sono alcuni degli eventi organizzati a Montescaglioso, come la rievocazione storica “La Cavalcata del Borbone” e “La processione dei Misteri” nella Settimana Santa, ma altrettanto coinvolgenti sono eventi culturali e musicali come “Gezziamoci”, e poi “La Notte dei Cucibocca”, singolare manifestazione che coincide con il giorno dell’Epifania.

Diverse interpretazioni ruotano attorno alla denominazione di Montescaglioso da “Civitas Severiana”, per Alessandro Severo che ne dominò il centro, a “Mons Cabeosus”, per la ricchezza di caverne.

In principio roccaforte bizantina, poi dominata da varie famiglie feudali, lo sviluppo di Montescaglioso è fiorito intorno all’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo (1079), ricca di bellissimi affreschi.

Già a partire dall’età del bronzo si attesta la più antica frequentazione dell’area, ma la costituzione del primo nucleo abitato è documentata intorno ai secoli IX-VIII a.C. La fase altomedievale riporta un’ampia documentazione relativa a Montescaglioso, cui toccherà anche la dominazione Normanna, con Roberto – nipote del più celebre Guiscardo, capostipite degli Altavilla – come primo feudatario normanno.

Tale presenza porterà ad un importante sviluppo urbano e a un notevole incremento demografico. Nel frattempo, oltre all’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo (1079), si insediano anche altri monasteri.

Chi sceglie di trascorrere una giornata a Montescaglioso non resta certo deluso, potendo destreggiarsi tra le architetture che lo attraversano.

Importante centro storico-culturale questo comune del materano merita di essere visitato in ogni momento dell’anno. Passeggiare nel suo centro storico consente di ammirarne ogni angolo tra vicoli e porte storiche, ma una delle architetture più interessanti di Montescaglioso, oltre all’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo (1079) è rappresentata sicuramente dal castello normanno (XI secolo) eretto a controllo di Porta Maggiore, la più importante dei sei accessi alla città.

Il maniero è organizzato intorno ad un cortile cui si accede attraverso un portale affiancato da una delle due torri superstiti. Nel corso del tempo, il castello è passato nelle mani delle famiglie che hanno governato la città da Roberto, nipote del Guiscardo, ai Macabeo, fino ai Sanseverino e Manfredi che lo ebbe in dono da Federico II, quindi gli Orsini e i Grillo-Cattaneo.

Questi ultimi lo hanno trasformato in palazzo poi, una volta restaurato, ne sono state affrescate le volte del piano superiore. Successivamente è stata ricostruita la facciata in stile neomedievale e tra il 1960 e il 1964 è stata demolita l’ala meridionale, con una delle torri d’ingresso.

Il filo con il suo passato Montescaglioso lo tesse anche grazie all’unica delle sei porte di accesso rimaste in piedi, denominata Porta Sant’Angelo, che si può ammirare proprio sulla piazza antistante l’Abbazia di San Michele.

La più importante, Porta Maggiore, venne demolita nel 1868. La cinta normanna, infatti, rimarrà intatta solo fino alla metà del XIX secolo, quando avrà luogo la demolizione delle mura.

Tradizione e gusto caratterizzano la cucina di Montescaglioso, una delle “città dell’olio” lucane.

Non è un caso che sulla tavola montese non manchi mai l’olio extravergine d’oliva lucano DOP, estratto per lo più dalla spremitura dell’oliva Maiatica di Ferrandina, che ne rende delicato e fruttato il sapore, utilizzato in gran parte dei piatti tipici. Ottime anche le produzioni di prodotti sott’olio quali pomodori, melanzane e carciofini.

Il ricco menù comprende la tipica pasta fatta in casa, dominano orecchiette e cavatelli, oltre carni ovine e caprine alla brace, e poi la cosiddetta “Cialledda”, una minestra a base di pane, cipolle, olio d’oliva, pecorino e peperoncino. Il tutto, ovviamente, annaffiato da ottimo vino locale, soprattutto in occasione dell’evento enogastronomico “In Vino Veritas”.

La presenza di diversificate aree naturali intorno al territorio di Montescaglioso offrono la giusta dimensione agli amanti del verde e delle attività all’aperto.

Cultura e natura si fondono in questo punto del territorio lucano, dando al visitatore la possibilità di visitare ipogei di straordinaria bellezza e praticare, nel contempo, attività all’aria aperta in totale relax. Beneficiando di panorami stupendi, completamente diversi tra loro, ora immersi nel verde ora più brulli e aridi, ma calati in un’atmosfera incantevole, si può scegliere di raggiungere il Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, l’area Boschiva di Difesa San Biagio o il Centro Visite Pianelle, a pochi chilometri di Montescaglioso.

Una roccia tenera segnata da profondi solchi che disegnano rupi, grotte e gravine caratterizza la spettacolarità del Parco Archeologico Regionale delle Chiese Rupestri del Materano costituito da oltre 150 chiese rupestri che, insieme alle ricchezze naturalistiche e alle tracce storiche di rilievo, lo rendono centro di eventi di ispirazione musicale, ambientale e intellettuale di valore nel corso dell’intero anno, sfruttando il fascino di palcoscenici a cielo aperto.

Nel territorio di Montescaglioso ricade anche larea boschiva di difesa San Biagio, che si estende per circa 700 ettari tra il Fiume Bradano e il Torrente Fiumicello e comprende profondi valloni  scavati nel tempo dagli agenti atmosferici a causa della conformazione argillosa del territorio.

A sei chilometri da Montescaglioso, il Centro Visite Pianelle comprende un’aula didattica, una piccola biblioteca e una serie di attrezzature a supporto delle attività che possono essere svolte in diversi momenti della giornata, coordinate su richiesta, con visite ai Sassi di Matera o anche all’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo di Montescaglioso.

Il patrimonio sacro di Montescaglioso è davvero ricco di interessanti realtà, tra cui spicca per bellezza e imponenza l’Abbazia di San Michele Arcangelo, seguita da altri interessanti luoghi di culto.

L’ABBAZIA BENEDETTINA DI MONTESCAGLIOSO

Il nucleo centrale dell’imponente struttura è costituito dagli splendidi chiostri rinascimentali e dalla chiesa, ma il suo punto di forza è la splendida Biblioteca dell’Abate che conserva interessanti affreschi.

Il portale rinascimentale dell’Abbazia di San Michele Arcangelo (1079) è stato realizzato dallo scultore cinquecentesco Altobello Persio, originario proprio del comune materano. Nel percorso di visita si possono ammirare portici, cellette e sistemi di raccolta per le acque, ma l’attenzione è carpita anche dai due chiostri, in uno dei quali sono allestiti il Museo d’arte contadina e la Collezione etnografica, oltre al pozzo monolitico, con l’immagine di San Michele e il simbolo del monastero, la lettera A inscritta in un cerchio sormontata da una croce.

I quattro angoli dei portici sono decorati da affreschi, alcuni raffiguranti gli arcangeli Michele e Raffaele, mentre spostandosi nel refettorio e nella cucina è d’impatto un grande camino a camera.

Punta di diamante dell’imponente architettura è però la Biblioteca, le cui pareti custodiscono un magnifico ciclo di affreschi di inizio Seicento, in parte attribuito a Girolamo Todisco, originario di Abriola, comune del potentino, o alla sua bottega, con santi come Domenico e Francesco, filosofi come Aristotele e Platone, figure allegoriche come le virtù cardinali e teologali.

MONTESCAGLIOSO: LA CITTÀ DEI MONASTERI

Oltre all’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo (1079), poco distanti l’uno dall’altro, sorgono altri tre complessi monastici. Ecco perché la città di Montescaglioso si è guadagnata la definizione di “Città dei Monasteri”.

Si tratta delle comunità religiose di Sant’Agostino (XV sec.) – suddiviso in tre livelli con all’interno una tela di San Giovanni Battista (1493), l’altare in marmo policromo, l’organo e la cantoria barocca – del convento dei Cappuccini (XVII sec.) e del monastero della SS. Concezione (XVIII sec.).

LA CHIESA MADRE DEI SANTI PIETRO E PAOLO

L’imponente edificio con struttura a tre navate è dedicata ai Santi Pietro e Paolo (XV sec.). Bellissimo il campanile di 44 metri e altrettanto meritevole di attenzione è l’elegante e luminoso apparato decorativo tardo barocco che caratterizza l’interno.

La cupola del presbiterio è decorata con altorilievi in stucchi dei quattro evangelisti, mentre quattro tele dell’artista calabrese Mattia Preti, impreziosiscono le navate laterali.

Altri splendidi dipinti sono firmati da Giovanni Donadio, della scuola veneziana. Interessante è lo splendido altare barocco e un elegante manufatto marmoreo (XVIII sec.) si trova su un presbiterio circondato da una balaustra in marmi policromi, aperta da sportelli in bronzo dorato. Degno di nota è poi il fonte battesimale con elementi in porfido rosso appartenuti ad una fontana dell’Abbazia di San Michele.

LA CHIESA DI SANTO STEFANO

Questo grazioso luogo di culto fu donato nel 1099 dai conti normanni di Montescaglioso all’Abbazia di San Michele.

La chiesa di Santo Stefano è formata da un’aula unica absidata, sovrastata da un cupola. L’edificio che si può visitare oggi è un rifacimento e risale alla seconda metà del secolo XVII.

Ciò è desumibile anche dal portale d’ingresso per la cui ricostruzione sono stati riutilizzati capitelli e basi di colonne, certo provenienti da un edificio tardo medievale senza dubbio appartenuto all’Abbazia.

LA CHIESA DI SAN ROCCO

Dedicata al Santo Patrono di Montescaglioso sorge in un’area posta al di fuori dell’antica Porta Maggiore, in posizione centrale nella città.

D’impatto è senz’altro l’elegante facciata, con una quinta chiusa da due lesene giganti e coronata da un timpano a sua volta sormontato da un grandioso campanile a vela che riproduce una celebre fontana borbonica del lungomare di Napoli. Ad impreziosire la facciata, al centro, è un portale con su apposta l’epigrafe relativa alla ricostruzione della chiesa.

La stessa è sormontata da una nicchia in cui si può ammirare la statua in pietra di San Rocco scolpita dall’artista Luigi Morano.

La figura del Santo domina anche all’interno in cui è riproposta ancora una statua, numerosi ex voto e testimonianze della devozione dei montesi per San Rocco come l’antico organo ligneo con l’iscrizione del donatore.

La chiesa è meta di pellegrini e visitatori nel mese di agosto proprio in occasione delle celebrazioni in onore del Santo Patrono.

LE CHIESE RUPESTRI

Di interesse storico e culturale sono gli insediamenti rupestri presenti nel territorio di Montescaglioso all’interno del Parco della Murgia Materana.

Intorno al canale dell’Aloe si possono ammirare quattro chiese e vari ipogei, oltre a stalle e ovili. Non si può escludere che il gruppo di chiese costituisca un insediamento monastico organizzato intorno alla chiesa centrale: il santuario della Madonna della Murgia.

Ad oggi, nel canalone, sono state individuate la cripta del Canarino (IX-X secc.), la prima che si incontra giungendo a Montesacaglioso, poco distante si trova la cripta (IX-X secc.) della Scaletta dalle chiare fattezze bizantine, quindi la cripta di Sant’Andrea cui si giunge percorrendo un angusto sentiero e, appunto, il santuario Madonna della Murgia cui si accede solo attraverso una ripida scala.

Quello di Montescaglioso è uno dei Carnevali più noti e antichi organizzati in regione e ha una doppia anima.

Il giorno del Martedì Grasso va in scena il “Carnevalone Tradizionale”, che già dalle prime luci dell’alba, vede sfilare per le vie del paese gruppi mascherati che suonano campanacci, figure cariche di simbolismo, cui prestano il volto soprattutto i giovani montesi.

Tra i personaggi tipici della manifestazione si distinguono il Carnevalone, sua moglie la Quaremma che porta in braccio un pupazzo in fasce, Carnevalicchio, vestito di bianco in contrapposizione alla madre e simbolo del nuovo  e la Parca romana, figura mitologica che soprassiede al destino dell’uomo. Gli abiti indossati dai figuranti sono realizzati con carta, cartoni, stoffe di abiti di vestiti non più utilizzati.

Un Carnevale povero, dunque, quello di Montescaglioso che ricicla tutto, nato dalla cultura dei massari e dei braccianti. Lungo le strade dl paese le maschere si riconoscono per i colori e la sfrontatezza, tendono la mano ed esigono anche la più piccola moneta, ma non rifiutano dolci né vino.

La domenica che precede il Martedì Grasso, e lo stesso Martedì Grasso, è la volta del “Carnevale Montese” con la sfilata di imponenti carri allegorici ispirati alla satira e a fatti sociali del momento. Già durante l’autunno i maestri cartapestai del posto disegnano le bozze dei carri che dominano la scena.

Montescaglioso, come altri comuni lucani, è stato scelto come set cinematografico da diversi registi italiani.

“Noi e la Giulia” è l’ultima pellicola girata nel paese materano dal regista Edoardo Leo – e interpretato dagli attori Luca Argentero, Caludio Amendola, Carlo Buccirosso e Anna Foglietta – per alcune scene ambientate nel centro storico.

Nell’estate del 2012, lungo il corso principale e all’interno dell’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo, Federico Rizzo ha girato “Il ragioniere della mafia”. L’abbazia benedettina e alcuni angoli del borgo antico si possono riconoscere anche ne “Il demonio”, pellicola diretta da Brunello Rondi (1963).

Il territorio lucano in cui rientra la città di Montescaglioso offre straordinari paesaggi e spazi verdi che ben si prestano ad attività sportive da praticare al’aria aperta.

A pochi chilometri dall’abitato di Montescaglioso, grazie alla conformazione del territorio e ad iniziative pensate per gli amanti delle attività all’aria aperta, è possibile praticare passeggiate naturalistiche, birdwatching, orienteering, escursioni in mountain bike o visitare le chiese rupestri del Parco della Murgia Materana che, insieme alle altre aree verdi della Basilicata consentono percorsi di trekking, laboratori didattici, spettacoli tra natura e storia.

Spesso queste attività sono coniugate ad eventi culturali, in particolare musicali, di grande suggestione per la bellezza dei luoghi e l’atmosfera che li avvolge.

È ricco il patrimonio archeologico che interessa il territorio di Montescaglioso e le scoperte effettuate hanno portato alla luce straordinarie realtà.

Tracce del passato sono affiorate nel territorio di Montescaglioso testimoniando la presenza dei primi insediamenti nel VII secolo a.C., attraverso reperti archeologici rinvenuti sulle colline circostanti il fiume Bradano, tra Cozzo Presepe, Difesa San Biagio, Contrada Pagliarone.

Negli ultimi decenni le ricerche hanno evidenziato, inoltre, la presenza di resti di strade risalenti al periodo ellenico nel centro storico montese, fatto questo che conferma l’esistenza di un primo insediamento umano nelle aree circostanti l’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo.

Proprio nello stesso complesso, nel 1991, è stata scoperta una ricca necropoli che attesta la presenza di una potente élite locale. Più a valle, in località Porta Schiavoni, sono venuti alla luce segni imponenti di una cinta muraria del III secolo a.C.