Montalbano Ionico, nella provincia di Matera, sorge orgoglioso su singolari alture argillose, note come “calanchi”, tra le vallate dei fiumi Agri e Cavone, a ridosso del mar Ionio, in un’esclusiva scenografia paesaggistica che lo rende particolarmente attraente.

Durante i secoli Montalbano ha visto l’avvicendarsi di diverse dominazioni, inizialmente testimone della floridezza magno-greca e della potenza romana, ma anche degli eventi medioevali, per poi proseguire con il susseguirsi delle dominazioni bizantina, longobarda e normanna, subendo anche gli assalti dei turchi.

Oltre alla lussureggiante area boschiva di Andriace e dei suoi tesori archeologici, e alla Pineta forestale di Cozzo Jazzitelli, che domina le antiche vie della transumanza, Montalbano è come adagiato nella splendida Riserva regionale dei Calanchi, prestigiosa area scientifica di studio geopaleontologico dai panorami mozzafiato, per questo considerata una delle zone paesaggistiche più suggestive e spettacolari della Basilicata.

I reperti archeologici rinvenuti nel suo territorio risalgono all’età ellenistica, per quanto occorre segnalare la presenza di un sito dell’Età del bronzo in contrada Iazzitelli.

A partire dal Medioevo il feudo di Montalbano è appartenuto, in successione, alle famiglie Sanseverino, Villamari, Toledo e Alvarez. Nel 1555 la città subisce l’assalto dei turchi, di cui resta traccia nel tracciato della cinta muraria esterna, di età aragonese e poi ristrutturata proprio in seguito al saccheggio.

Particolarmente attiva nel 1799 nel movimento antiborbonico, nel 1863 Montalbano assume la definitiva denominazione di “Montalbano Ionico”, per sottolineare la sua posizione a ridosso del mare.

Il paese ha dato i natali a Melchiorre da Montalbano (XIII sec.), maestro artigiano cui si devono pregevoli opere disseminate in tutta la Basilicata: l’abside della cattedrale di Matera, il portale della chiesa di Miglionico e l’abside della chiesa romanica di Acerenza. Una curiosità: l’artista firmava le sue opere con una scimmia che copula con un coniglio.

Tra palazzi storici e cappelle gentilizie si può riconoscere in Montalbano un luogo piacevole da scoprire in lente e tranquille passeggiate.

Si ha così modo di ammirare il Palazzo Cassano, sede della Biblioteca civica “Rondinelli” e noto per la Sala patriottica, in cui, nel 1799, si riunirono i primi repubblicani antiborbonici. Qui sono conservate le testimonianze della lotta contro il brigantaggio, oltre ad una bella Madonna con Bambino (XIV sec.).

Lungo Corso Carlo Alberto si concentrano palazzi nobiliari tutti databili tra il XVI e il XIX secolo, molti dei quali presentano una splendida corte centrale. In particolare, proprio sull’ultimo tratto del corso, annesso a Palazzo Rondinelli, è visibile l’Arco del Pubblico Orologio, detto anche Porta dell’orologio, simbolo della città. Si tratta dell’antica porta di Montalbano, denominata anche Porta Castello (metà  XVII sec.), attraverso la quale si accede al rione Terravecchia, sorto intorno al castello, e al cuore del centro storico. L’orologio che impreziosisce l’accesso risale ad una fase successiva come per l’attuale prospetto.

Prodotti della terra e antiche tradizioni caratterizzano la cucina locale che propone sapori genuini imperdibili.

Tra le ricette più note spiccano “a cialledda”, una gustosa zuppetta, le tagliatelle con la mollica di pane o i cavatelli con le lenticchie. Tra i secondi, gli amanti dei gusti forti non possono non provare “l’gnummariedd”, involtini di interiora d’agnello cotti alla brace, o “l varvalisce p’ ‘a rien o p’’u pumodor”, lumachine con l’origano o con il pomodoro. Tipici e molto gustosi sono i dolci di fichi con il miele.

Istituita nel 2011, la Riserva calanchiva di Montalbano Ionico è la più estesa della Basilicata e presenta unicità geologiche mondiali e interessi di pregio paesaggistico, ambientale, archeologico e culturale.

I profondi solchi dei calanchi si estendono fino ai campi coltivati, circondati da boschi della macchia mediterranea, esemplari di pini e cipressi, fino a tratteggiare paesaggi assoluti come il geosito di Tempa Petrolla, uno sperone isolato di roccia che si innalza in un mare di argilla.

L’ambiente in cui si sviluppano i calanchi comprende una ricca vegetazione e molte specie animali, in particolare volatili, al punto che la Riserva è riconosciuta a livello europeo come I.B.A. (Important Bird Area).

La riserva è attraversata da affascinanti sentieri, come i “Giardini”, mulattiere che da sempre collegano il borgo antico ai terreni della Val d’Agri, estendendosi dal mare Ionio alle vette del Parco Nazionale del Pollino. Molte di esse, inoltre, interessano i siti geologici di maggiore importanza della Riserva regionale dei Calanchi di Montalbano Ionico, fino a costituire sentieri ideali per escursioni e passeggiate.

Una volta a Montalbano Ionico non si può non visitare la suggestiva chiesa madre di Santa Maria d’Episcopio e di San Maurizio, patrono della città, protagonista di una delle feste più sentite in città.

A tre navate, il tempio è caratterizzato da una cupola quattrocentesca. All’interno contiene diverse opere come un’acquasantiera del 1500, un coro ligneo e altari cinquecenteschi. Nella cappella a lui dedicata è conservato un busto di San Maurizio. Nella navata destra si distingue una Madonna col Bambino e San Giovannino, di Mattia Preti, e un Riposo in Egitto attribuito a Oronzo Tiso.

Nello splendido scenario della Riserva regionale dei Calanchi di Montalbano Ionico si possono effettuare coinvolgenti escursioni lungo itinerari a contatto diretto con la natura.

Il CEA “I Calanchi”, infatti, propone ai visitatori percorsi alla scoperta di scenari geologici e paleontologici irripetibili per lo studio del Pleistocene medio – inferiore, tra fossili di specie marine, risalenti a milioni di anni fa.

Nel corso delle passeggiate i profondi solchi dei calanchi si estendono fino ai campi coltivati, circondati da boschi della macchia mediterranea, esemplari di pini e cipressi, fino a tratteggiare paesaggi assoluti come il geosito di Tempa Petrolla, uno sperone isolato di roccia che si innalza in un mare di argilla.

L’ambiente in cui si sviluppano i calanchi comprende una ricca vegetazione e molte specie animali, in particolare volatili, al punto che la Riserva è riconosciuta a livello europeo come I.B.A. (Important Bird Area), per questo luogo ideale anche per gli amanti del birdwatching.

L’area è attraversata da affascinanti sentieri, come i “Giardini”, mulattiere che da sempre collegano il borgo antico ai terreni della Val d’Agri, estendendosi dal mare Ionio alle vette del Parco Nazionale del Pollino. Molte di esse, inoltre, interessano i siti geologici di maggiore importanza della Riserva regionale dei Calanchi di Montalbano Ionico, fino a costituire sentieri ideali per escursioni e passeggiate.

Montalbano Ionico non dista molto da alcune delle principali località balneari della costa ionica, uno degli angoli più affascinanti della Basilicata, che si estende da Metaponto a Nova Siri e si affaccia sul Mar Ionio.

In estate luogo ideale di vacanza per le spiagge di sabbia finissima e la buona concentrazione di complessi balneari davvero ben attrezzati, la costa ionica è meta ambita anche in altri momenti dell’anno per la sua ricca storia, dal momento che è stata uno dei fulcri della Magna Grecia.

Senz’altro più vicini a Montalbano sono il Lido di Scanzano e, scendendo ancora più a sud, tra la foce del fiume Agri e quella del Sinni, quello di Policoro, l’antica Herakleia. Ma chi ama il mare e la natura incontaminata può spingersi oltre e godere anche della bellezza delle dorate spiagge di Metaponto, tra le due foci del Bradano e del Basento, o di quelle di Marina di Pisticci, più a sud.

Chiudono il tratto di costa ionica lucano le spiagge di Marina di Rotondella e Marina di Nova Siri, quest’ultima prende il nome dalle origini del territorio appartenuto alla Siritide.

Interessanti scoperte archeologiche fanno del territorio che si sviluppa attorno a Montalbano Ionico un luogo di particolare valore in cui ha sede l’Archeoparco di Andrice.

Il complesso sorge in località Andriace, intorno all’omonima fattoria ellenistica risalente al III secolo a.C. L’Archeoparco ripropone diverse strutture che consentono a piccoli e grandi visitatori di avvicinarsi in maniera concreta all’archeologia, vivendo le principali attività della vita quotidiana dell’uomo preistorico, stimolando la fantasia soprattutto dei giovani ospiti.

L’Archeoparco comprende infatti un’area adibita a laboratori archeologici, oltre a predisporre percorsi naturalistici attrezzati e campi scuola, e prevede l’innovativo progetto Teatro Antico dedicato ancora alle scuole. Tutte le attività sono supportate da esperti archeologi!