Policoro, l’antica Heraclea, sorge al centro del Golfo di Taranto, nelle vicinanze del fiume Agri, sulla fertile pianura di Metaponto e a pochissimi chilometri dal mare, nella profonda anima della costa ionica.

Il mare e l’archeologia, la natura incontaminata del Bosco Pantano, il profumo delle rinomate fragole e degli altri prodotti della terra, ma anche eventi coinvolgenti, non possono che motivare un viaggio nel poliedrico territorio di Policoro e della Magna Grecia, per una vacanza dalle diverse sfaccettature, all’insegna della continua riscoperta del passato.

Passato che ferve nel Museo Archeologico Nazionale della Siritide, proprio attiguo al Parco, nei cui pressi si trovano anche il Santuario di Demetra e il Tempio di Dioniso, del VII secolo a. C.. Come Metaponto, anche la città di Policoro si distingue come importante centro balneare della regione e della costa ionica, grazie anche ad un cospicuo numero di strutture ricettive e balneari di qualità, luogo ideale per una vacanza tra mare e cultura da non dimenticare!

In tal senso contribuisce anche il cospicui numero di eventi che interessa la zona, come il “Blues in Town Festival”, considerata la rassegna blues più importante del sud Italia, e “Meraviglie di Sabbia”, una vera e propria competizione tra artisti che realizzano sculture di sabbia alte fino a tre metri.

L’antica Heraklea, attuale Policoro, viene costruita intorno al 432 a. C. dalle più potenti città di Taranto e Thourioi, sulle rovine della precedente Siris, a sua volta fondata dai greci provenienti dall’Asia Minore (VII sec. a.C.).

Heraklea in breve tempo riesce ad affermarsi anche più della stessa Siris e nel 280 a.C. il suo territorio è teatro della nota battaglia di Heraclea, in cui Pirro sconfigge, con un esercito supportato da elefanti, le truppe romane. Per la sua posizione al centro del Golfo di Taranto e per la fertilità della pianura su cui sorgeva, la città viene eletta sede della Lega italiota (370 a.C.) ricoprendo così un ruolo strategico.

Lo spopolamento che la città subisce durante il Medioevo cancella Heraclea, di cui su una collinetta resta il piccolo borgo chiamato Policoro, in seguito trasformato in feudo baronale. La città si espande poi intorno al castello che prende il nome dalla famiglia del barone Berlingieri di Crotone, cui nel 1893 passa l’intero latifondo. Il 1950 è l’anno della svolta per la città di Policoro che, grazie ad un intervento di bonifica e alla riforma agraria, conosce un rapido sviluppo e ripopolamento.

Oltre al mare e all’archeologia Policoro vanta un borgo particolarmente interessante che merita di essere visitato senza deludere.

Il castello baronale, noto anche come Palazzo Belingieri, sorto intorno all’anno mille, le principali piazze Eraclea e Segni, e poi il caratteristico Borgo Casilini e i graziosi Giardini Murati, attorno ai quali si organizzano i principali eventi estivi, rappresentano l’altro volto di Policoro, al di là del mare e dell’archeologia.

Il castello baronale domina l’abitato e, nonostante le sue antiche origini, non nasconde forme settecentesche segno di successivi interventi di ristrutturazione. Sono i monaci basiliani a porre le base di questa costruzione, intorno all’anno 1000, attribuendogli funzioni di monastero fortificato e centro produttivo agricolo. Successivamente, nel 1791, la principessa Maria Grimaldi Gerace Serra acquista la struttura a la trasforma in casale nobiliare attorno a cui, pian piano, sorge il borgo.

Nel 1893 il castello passa al Barone Berlingieri di Crotone, da cui deriva il nome. Dopo scrupolosi interventi di restauro il castello di Policoro si è riappropriato della sua natura e può essere vistato.

Interessante, il borgo Casilini  è il simbolo della riforma agraria e della rinascita di Policoro, perché costruito proprio negli anni ’50. Qui risiedevano i dipendenti dell’azienda feudale del barone Berlingieri di Crotone.

Aggirarsi tra le piccole abitazioni rimanda alle atmosfere intime di un tempo passato, facendone quasi rivivere la quotidianità probabilmente trascorsa nella piazzetta, con al centro una fontana, che circonda lo spazio decorato dal verde. In serata le casette si illuminano e si animano tra i wine bar in cui degustare vino locale e prodotti tipici, o acquistare souvenir realizzati dalle botteghe artigiane.

Tutti questi sono i luoghi in cui si sviluppa la vita e la quotidianità di una città, un tempo fervido centro della Magna Grecia, oggi dimensione in cui il visitatore può entrare a contatto diretto con la gente del posto, scoprendone le abitudini e la cortesia.

Senz’altro a Policoro va riconosciuta l’eccellenza delle coltivazioni ortofrutticole che fanno della costa ionica una delle aree più ricche e produttive della Basilicata, i cui prodotti sono conosciuti ed esportati in tutto il mondo.

Punta di diamante di Policoro è la Fragola Candonga Top Quality che, attraente alla vista e sublime al palato, nasce da incroci naturali nel Metapontino. Profumata e invitante, questa tipologia di fragola è un frutto prezioso e irresistibile, il cui successo è legato all’impiego di tecniche agronomiche innovative che la rendono gustosa e golosa, dal colore rosso intenso assolutamente naturale.

Profumi e i colori caratterizzano, però, tutte le produzioni ortofrutticole della costa ionica: dalle pesche nettarine ai mandarini alle albicocche. Fertilissima, questa terra “dà alla luce” anche uva da tavola e cavolfiori, finocchi e insalate, melanzane, pomodori e peperoni, tutte coltivazioni che non deliziano il solo palato dei lucani ,dal momento che vengono esportate in tutto il mondo con certificazioni di rilievo, facendo conoscere così la straordinaria produttività di un territorio fertile che fa delle sue tipicità un motivo di orgoglio e di sviluppo. Un trionfo di colori e sapori che allietano il palato ma anche la vista!

Rinomati sono i vini del Metapontino, tra i quali il Bianco Malvasia e il Moscato.

La Riserva naturale regionale del Bosco Pantano di Policoro è ciò che resta della monumentale foresta di pianura, oggi ultimo esempio di bosco planiziale dell’Italia Meridionale.

Con l’Oasi del WWF è un angolo di Eden a ridosso del mare, ricco di frassini, pioppi, ontani e canneti, dove si incontrano lontre, falchi di palude, cormorani, martin pescatori, aironi e tartarughe marine come la Caretta Caretta, una tra le specie di interesse comunitario presenti nell’area.

All’interno della Riserva è possibile visitare il C.R.A.S. (Centro recupero animali selvatici) e svolgere varie attività organizzate dal Centro di Educazione Ambientale: passeggiate nel bosco, cavalcate sulla spiaggia, tiro con l’arco, attività in mare come canoa e barca a vela e, mentre gli appassionati di birdwatching possono avvistare ben 170 specie di volatili.

Ben segnalato e percorribile a piedi o in bicicletta all’interno del parco si può affrontare un percorso adatto a famiglie con bambini, ma anche agli appassionati della natura che possono ammirare l’ultimo contenitore di biodiversità del sud Italia.

Tra gli edifici religiosi di maggior interesse a Policoro si distingue la chiesetta della Madonna del Ponte.

Il piccolo tempio dedicato alla Santa Protettrice della città ionica – che sorge nei pressi del castello baronale noto anche come Palazzo Berlingieri – risale al XVIII secolo ed è caratterizzato da una facciata di fattura molto semplice, realizzata con linee leggermente ondulate tali da conferire un carattere armonioso all’intero complesso architettonico.

All’interno della chiesetta della Madonna del Ponte sono custodite due interessanti statue in legno, l’una raffigurante proprio la Madonna del Ponte, la quale è databile tra XIII e XIV secolo, l’altra di San Vito.

La costa ionica è uno dei set cinematografici a cielo aperto della Basilicata scelti da registi che hanno individuato qui le location ideali per le proprie pellicole.

Più volte sarà capitato di riconoscere alcuni angoli del territorio di Policoro in film visti sul grande schermo, infatti macchine da presa e ciak hanno raggiunto la città della costa ionica già a partire dal 1980 con “Berlin Chamissoplatz”, diretto da Rudolf Thome e nel 2008 con “Libera nos a malo”, di Fulvio Wetzl.

Ma a rimanere particolarmente impressi soprattutto nel ricordo dei lucani sicuramente sono state le pellicole “Basilicata coast to coast” (nel 2010) – diretto da Rocco Papaleo, alla sua prima esperienza da regista, peraltro nella sua terra di origine, infatti è nato a Lauria, in provincia di Potenza – e “Operazione vacanze” (2012), diretto da Claudio Fragasso e interpretato da Jerry Calà. Il film, liberamente ispirato alla serie televisiva “Professione vacanze” è stato interamente girato in Basilicata, tra le località balneari di Scanzano Jonico e Policoro, in provincia di Matera.

Non solo cultura, archeologia e mare, la costa ionica è anche sport – e tanti – da praticare sfruttando le straordinarie risorse naturali e paesaggistiche che essa offre.

E infatti per chi ha scelto di fissare qui la meta di un soggiorno estivo tutto lucano sono davvero numerose le occasioni di svago: dal golf, immersi in una meravigliosa cornice di agrumeti, vigneti e vegetazione mediterranea, a pochi passi dal mare, alla vela, dalla canoa al windsurf, fino alle immersioni negli splendidi fondali del Mar Ionio, o alla pesca sportiva.

C’è solo l’imbarazzo della scelta e se il tempo a disposizione lo consente ci si può lasciar andare ad ognuna delle attività, grazie alla presenza di strutture ricettive adeguate e in grado di soddisfare le preferenze e le esigenze di ogni ospite. Tra gli sport praticabili sono inclusi anche lo sci nautico e il kitesurf.

La costa ionica è una delle aree più belle del territorio lucano in cui si può trascorrere una vacanza all’insegna della cultura, del mare e di attività all’aperto per ogni esigenza.

Ogni tratto di questo angolo lucente di Basilicata è il luogo ideale per gli amanti di orieentering e passeggiate a piedi o a cavallo, anche sulle splendide spiagge dorate che caratterizzano la costa ionica. Gli appassionati delle attività all’aperto possono lasciarsi così andare anche a percorsi in bici o escursioni in barca, oltre che a visite guidate tra le immense distese della macchia mediterranea.

Grazie al suo carattere pianeggiante, l’unico tratto in Basilicata, la costa ionica ben si presta ad escursioni di ogni genere, con percorsi adatti anche alle famiglie e in qualunque momento dell’anno. Molto affascinante è poi il Bosco Pantano di Policoro, al livello del mare, alla foce del fiume Sinni, tra le dune e il bosco, residuo di antiche e imponenti foreste.

Ben segnalato e percorribile a piedi o in bicicletta è adatto a famiglie con bambini, ma anche agli appassionati della natura che possono ammirare l’ultimo contenitore di biodiversità del sud Italia. Itinerario di facile accessibilità, a piedi o in bici, è anche quello proposto all’interno della suggestiva Riserva Naturale di Metaponto, tra le foci dei fiumi Bradano e Basento, dotata di importanti aree di sosta picnic e camper.

Un dorato manto sabbioso accarezzato da acque cristalline si schiude agli occhi del visitatore che raggiunge le splendide spiagge della costa Ionica, compresa tra Metaponto e Nova Siri.

Storia, mare e natura caratterizzano quest’area del territorio lucano circondato dalla natura intatta e selvaggia dalla rara bellezza. Con la conformazione di una fascia pianeggiante, la costa ionica si estende per circa trentacinque chilometri unendo al blu del mare il verde intenso della macchia mediterranea. Con una buona concentrazione di complessi balneari davvero ben attrezzati, il primo tratto di costa che si incontra è quello di Metaponto, tra le due foci del Bradano e del Basento, cuore della Magna Grecia.

Verso sud ci si ritrova sulle splendide spiagge di Marina di Pisticci, più selvagge e incontaminate rispetto a quelle meta pontine. Circonda l’omonimo borgo uno dei porti della costa ionica, il Porto degli Argonauti, nel comune di Pisticci, da cui si può partire per intraprendere escursioni in barca alla scoperta dei tesori della Basilicata. Il Porto degli Argonauti è inoltre un approdo per barche di piccolo-medio cabotaggio, anche di lunghezza superiore ai 30 metri, ed è in grado di ospitare fino a 450 natanti.

Oltre la foce del Cavone si raggiunge poi il Lido di Scanzano, e scendendo ancora più a sud, tra la foce del fiume Agri e quella del Sinni, ecco il Lido di Policoro, l’antica Herakleia, altro importante centro della Magna Grecia. Da non perdere è il Porto turistico di Marina di Policoro, che rientra nel complesso di Marinagri, una moderna città ecologica di grande fascino, che fa tutt’uno con il mare. Considerato il più grande e attrezzato del Mar Ionio, il porto mette a disposizione dei natanti circa 750 posti barca e offre servizi e assistenza alle imbarcazioni che vi approdano. Il Marina di Policoro ha una disponibilità di 750 posti barca da 6 a 40 metri.

Chiudono il tratto di costa ionica lucano le spiagge di Marina di Rotondella e Marina di Nova Siri, quest’ultima prende il nome dalle origini del territorio appartenuto alla Siritide.

Il Museo Archeologico Nazionale della Siritide consente al visitatore di immergersi nella affascinante dimensione della Magna Grecia attraverso testimonianze e reperti dall’inestimabile valore.

L’esposizione ospita i materiali e le ricostruzioni di contesti riconducibili alla fase di Siris – con statuette votive e corredi funerari (VII-VI sec. a.C.) e con ceramiche figurate di produzione locale –, e alla fase di Herakleia – con matrici per statuette, oggetti votivi e corredi funerari (IV-III sec. a.C) consistenti in ceramiche a figure rosse e monili in oro filigranato, nonché gli importanti ritrovamenti archeologici provenienti dall’entroterra con corredi funerari e vasi indigeni a decorazione geometrica, ceramiche greche figurate e vasi etruschi in bucchero rinvenuti nei centri enotri (IX-V sec. a.C.) e lucani (IV sec. a.C.). Oggi conservate nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, risalgono al periodo della battaglia di Heraclea le Tavole di Heraclea, antichissimi codici in bronzo con testi in greco riguardanti l’ordinamento pubblico e costituzionale della città.

Il museo è contiguo all’area archeologica, nei cui pressi si possono ammirare il Santuario di Demetra e il Tempio di Dioniso, del VII secolo a.C.