Da qualche anno è diventata il “Paese delle fiabe”. Ma Rapone, vista della valle dell’Ofanto e dei tratturi che collegano la piana di Salerno al Tavoliere, ha alle spalle una lunga storia. Sorge a 838 metri di quota, tra dolci colline, dove l’agricoltura e l’allevamento degli ovini sono da sempre le attività prevalenti. L’uomo vive su questi colli dal Neolitico. A fondare Rapone sono stati gli abitanti di un’altra città sulla destra orografica dell’Ofanto, fuggiti a causa della guerra greco-gotica del VI secolo dopo Cristo. Il nuovo insediamento compare nelle mappe e nei documenti dopo il Mille. Sotto i Normanni, fino al 1169, fa parte della contea di Conza. Più tardi è tra i centri che, per ordine di Federico II, devono riparare il castello di San Fele. Nel 1271 Carlo I d’Angiò la assegna al francese Hervé de Chevreuse, il primo di una lunga serie di feudatari che si conclude con i Sanseverino, i Carafa e i D’Anna. Nei primi decenni dell’Ottocento, Rapone ha un ruolo nelle lotte liberali e del Risorgimento. Nel 1980 viene colpita dal terremoto dell’Irpinia. Tra le chiese spicca la cinquecentesca parrocchiale di San Nicola di Bari, restaurata dopo il sisma del 1980, con opere d’arte importanti. La chiesa di Santa Maria dei Santi, fondata nel 1131 da San Guglielmo da Vercelli, è la più antica del paese. Da vedere anche la chiesa di Santa Maria ad Nives, con portale del 1815, e le cappelle del Calvario, del Sacro Cuore, di San Michele Arcangelo e di San Vito Martire. Da alcuni anni, il progetto “Rapone paese delle Fiabe” ha arricchito il borgo di eventi e sculture moderne.