Spiagge, archeologia, prodotti del territorio, natura. Sono queste le attrattive di Policoro, cuore della costa jonica lucana. La città moderna, sorta nel secondo dopoguerra al centro di un territorio fertilissimo (si producono fragole, arance, uva da tavola, kiwi, pomodori e altre prelibatezze), è sorvegliata dal castello baronale, iniziato nel Trecento. Riporta al Medioevo anche la chiesetta della Madonna del Ponte. La vasta area archeologica e il Museo Nazionale della Siritide raccontano la storia dell’antica Herakleia, città della Magna Grecia fondata intorno al 433 avanti Cristo e presso la quale un secolo e mezzo dopo le legioni di Roma furono sconfitte dagli eserciti di Pirro, re dell’Epiro, e della vicina Taranto. Risalgono a questo periodo le Tavole di Heraclea, conservate nel Museo Archeologico di Napoli, che recano incisi nel bronzo alcuni testi in lingua greca riguardanti l’ordinamento della città. Se l’agricoltura richiede attenzione e dà i suoi frutti tutto l’anno, in estate il centro dell’economia e della vita di Policoro si sposta verso le spiagge dello Jonio. Accanto alla costa, a ovest del Lido, una riserva naturale regionale gestita dal WWF tutela il Bosco di Policoro che l’inglese Norman Douglas ha definito un secolo fa come “un labirinto verdeggiante”. La zona ospita una flora e una fauna di grande interesse e accoglie attività (vela, snorkeling, passeggiate) per ragazzi. Nelle acque dello Jonio è ricomparsa da qualche anno la foca monaca.