Una volta a Baragiano, nel cuore del Marmo Melandro, area dominata dal verde intenso di boschi di cerri, faggi e abeti, ci si sente parte integrante dell’archeologia lucana.

Nella località Toppo Sant’Antonio, ha sede il sorprendente Archeoparco del Basileus, ideato sul luogo in cui sono stati ritrovati parecchi reperti archeologici, come la tomba di un “basileus”, re dei “Peuketiantes”, che proprio qui, 2.500 anni fa, è vissuto ed è stato sepolto con le armi e i simboli del potere.

Un tuffo nella storia che lascia senza parole i più giovani e arricchisce la conoscenza degli adulti, rivelando la ricchezza di uno straordinario passato.

Sono gli innumerevoli ritrovamenti archeologici a testimoniare le antiche origini del paese, i quali affiorano già a partire dal nome del paese, Baragiano.

Per alcuni studiosi potrebbe derivare da “Ara Jani”, ara di Giano, il tempio scoperto proprio nei pressi dell’attuale paese, e successivamente divenuto “Barajanum” da cui Baragiano.

Un documento del 1124 indica che il comune del Marmo Platano, nell’area nord occidentale della Basilicata, sia appartenuto a Landolfo, principe longobardo, mentre in un altro testo scritto (1150-1168) risulta feudo di Riccardo di Santa Sofia. In seguito Baragiano è appartenuto a numerose famiglie dai De Sangri agli Alagno, dai De Frisco ai Caracciolo, quindi ai Rendone, poi ai Caracciolo di Avellino, agli Arcella Caracciolo e, infine, ai Caracciolo di Torella.

Il popolo baragianese ha manifestato un forte spirito di iniziativa, quando nel 1799 si sono battuti per la repubblica partenopea, mentre nel 1860 hanno preso parte alla spedizione di Garibaldi. Il 1861 è ricordato come un anno  difficile, nel quale il paese subisce l’occupazione dei briganti, comandati dal picernese Saverio Cerbasi, detto Spavento.

Baragiano mantiene vivo il contatto con il suo passato non solo attraverso i tanti ritrovamenti archeologici.

Passeggiando nel suo centro storico si possono ammirare i bei portali che decorano palazzi di famiglie gentilizie, tra tutti degni di nota sono Palazzo Iura e Palazzo Venetucci. Spingendosi fin sul punto più alto del paese, proprio sulla salita che porta alla chiesa madre dell’Assunta, sorge un maestoso palazzo a forma rettangolare da queste parti noto come “castello“, realizzato con grossi massi di pietra arenaria con su incise lettere dell’alfabeto greco che provenivano dalle antiche mura di cinta.

Raggiunta l’area panoramica del paese si può godere di una vista davvero emozionante su tutto il paesaggio circostante.

In località Toppo Sant’Antonio, si può visitare il sorprendente Archeoparco del Basileus, ideato sul luogo in cui sono stati ritrovati parecchi reperti archeologici, come la tomba di un “basileus”, re dei “Peuketiantes”.

L’ARCHEOPARCO DEL BASILEUS

Si estende su un’area sede di numerosi ritrovamenti, tra cui la tomba del Basileus, un re dei Peuketiantes che proprio qui, 2.500 anni fa, visse e fu sepolto con le armi e i simboli del potere.

Il Parco è una “porta d’ingresso” per un viaggio nella storia e nel mito dell’archeologia lucana e si svolge in estate lungo postazioni scenografiche, in un percorso emozionale e trasversale nel tempo. Con l’obiettivo di divertire e semplificare le capacità di apprendimento soprattutto dei più giovani, attraverso oggetti, contesti e giochi fornisce uno spaccato della Basilicata compreso tra il VI e il IV secolo a.C.

All’interno dell’Archeoparco è stato creato anche l’ArcheoLab, il centro di interpretazione archeologica, suddiviso in tre sale multimediali, in cui i ragazzi possono approfondire la conoscenza dell’archeologia lucana e di Baragiano, per mettersi poi alla prova con un gioco-quiz finale di verifica. Di grande interesse sono anche Archeotour e Archeogame.

Il primo è l’innovativo sistema di guida turistica virtuale che, grazie alla rete Wi-Fi del comune, utilizza i QR Code per offrire, attraverso video, audio, immagini e testi, le informazioni su monumenti e luoghi di interesse storico e artistico che possano attirare i turisti. Archeogame, invece, consiste in una caccia al tesoro attraverso i luoghi del centro storico di Baragiano alla scoperta della cultura, della storia e delle tradizioni locali.

Le tradizioni e i sapori della civiltà contadina sono ancora molto vivi in questa cittadina della Basilicata e conservano ancora l’antica genuina semplicità.

Gioia del palato sono gli insaccati. Spesso associato alle verdure cotte è il “pezzente“, una varietà di salsiccia, ma da assaggiare è sicuramente anche la soppressata ancora più stuzzicante con l’aggiunta di peperoncino.

Fiore all’occhiello sono anche i formaggi, i caciocavalli e il pecorino, tra tutti, quest’ultimo può essere consumato sia fresco come formaggio da tavola o, dopo la stagionatura, grattugiato sulla pasta fatta in casa come cavatelli, fusilli e strascinati. Molto utilizzati sono i prodotti da forno, come i taralli proposti in più varietà: al pepe, al finocchio, all’anice e al peperoncino.

Per la posizione geografica, nel cuore dell’area del Marmo Melandro, Baragiano offre paesaggi in cui la vegetazione ha un ruolo dominante.

Nel bosco comunale primeggiano la roverella e il cerro, ma anche esemplari di carpino nero e carpino bianco. Tra il verde del sottobosco, quando la primavera sta per cedere il passo all’estate, si cominciano a vedere i primi frutti come le fragoline mentre, in autunno, spuntano distese di ciclamini, né è raro notare la presenza di funghi e piante di pungitopo. In questi ambienti si aggirano animali selvatici, come la volpe, il riccio, il cinghiale, e non mancano rapaci, quali il gufo, la poiana, il nibbio, la cornacchia nera, il colombaccio.

Se si raggiunge la chiesa dell’Immacolata Concezione, basta porsi alle spalle dell’edificio dove si sporgono vere e proprie terrazze panoramiche da cui si può scorgere la bellezza di panorami ampi e suggestivi dell’area che circonda Baragiano. Da qui è possibile scorgere uno scenario naturale che dà sugli altri paesi del Marmo Melandro: da Muro Lucano a Castelgrande, fino a Bella, Avigliano, Ruoti. Ci si sente avvolti così da tutti i colori della vallata perdendo lo sguardo sulle catene montuose che dividono la Basilicata dalla Campania.

Baragiano custodisce diversi luoghi di culto a loro volta custodi opere ed elementi sacri di valore.

La chiesa madre di Santa Maria Assunta, di origine rinascimentale, ha subito diverse ristrutturazioni nel corso del tempo. La sua facciata, per quanto semplice, è arricchita da tre stele in pietra, mentre all’interno si possono ammirare la statua dell’Assunta, un crocifisso ligneo del XVII-XVIII secolo, e una bella acquasantiera su un basamento in pietra. Interessante è poi la statua lignea della Madonna del Carmine del XVI secolo.

Al centro della devozione dei baragianesi si pone la cappella dell’Annunziata, vera e propria meta di pellegrinaggio. D’impatto è il soffitto a capriate e, una volta entrati, si resta estasiati dal gruppo statuario dedicato alla Annunciazione incastonato in una cornice lignea fastosamente lavorata a foglie, fiori e frutta in stile barocco: si riconoscono la Madonna in atteggiamento di devozione, l’Arcangelo Gabriele e lo Spirito Santo rappresentato sotto la forma di una colomba.

Da non perdere anche la cappella di San Rocco, del XVI secolo, la cui facciata è composta da un timpano a parapetto e un campanile a vela. La sala è rettangolare e congiunta al presbiterio attraverso un arco centrale. Un dossale in muratura, con applicazioni in oro di gusto neo-classico, poggia sull’abside. L’altare basilicale è in pietra di Pescopagano.